La cervicalgia è uno dei disturbi più diffusi del mondo occidentale e anche causa di astensione dal lavoro, nelle forme acute. Colpisce indistintamente soggetti giovani ed anziani, anche se l’incidenza è maggiore nella mezza ètà. Le cause principali sono molteplici e varie: la sedentarietà, le posture scorrette, la pratica di attività sportive di tipo traumatico (boxe, rugby), la distorsione del rachide cervicale (“colpo di frusta”) in seguito ad incidente stradale, o cause di natura intrinseca quali patologie degenerative (artrosi) o infiammatorie (artrite reumatoide).
Anche lo stress psico-emotivo, tensioni prolungate da cause lavorative,familiari o socio economiche, può essere considerato come concausa nello sviluppo e mantenimento dei sintomi . Esistono anche fattori riconducibili ad una predisposizione allo sviluppo di cervicalgia quali disfunzioni dell’articolazione temporo-mandimolare (mal occlusioni), difetti del campo visivo (strabismo) o problematiche legate alla conformazione della colonna vertebrale Normalmente è il dolore ha spingere il paziente a rivolgersi al medico. Il dolore può essere associato a disturbi neurovegetativi quali: nausea, vomito, cefalea, sindrome vertiginosa e parestesie, quest’ultime riferite rispettivamente come capogiri, senso di instabilità e formicolii alle mani o a tutto l’arto superiore. Altri disturbi associati possono essere i disturbi dell’udito, quali gli acufeni (o fischi) e deficit visivi.
Il dolore è generalmente localizzato in sede cervicale, ma spesso può irradiarsi fino alla nuca e dare origine a un forte mal di testa (“cefalea muscolo-tensiva”) con nausea e vomito – o fino alle scapole e dalla spalla sino alla mano (cervico-brachialgia). Tutto questo è correlato a difficoltà di movimento del collo, e spesso associata a una contrattura della muscolatura paravertebrale cervicale e dorsale. A volte può essere presente anche una debolezza muscolare associata o meno ad alterazione della sensibilità agli arti superiori.